L'origine delle guerre
Le guerre sono spesso considerate come l'espressione più evoluta e organizzata di un'innata tendenza umana all'aggressività, già presente tra i nostri antenati. Un nuovo studio apparso su “Science” ribalta ora questa teoria – sostenuta tra gli altri da studiosi del calibro di Steven Pinker, Edward Wilson e Jared Diamond – suggerendo che i combattimenti tra gruppi siano comparsi in tempi relativemente recenti.
Il riferimento antropologico esatto sono le società di bande, la prima organizzazione sociale di cacciatori-raccoglitori nomadi secondo una classificazione classica proposta nel 1938 dall'evoluzionista Julian Steward, piccoli gruppi non più ampi di una decina di famiglie. E' a questo tipo di organizzazione che risalirebbe la nascita dei primi scontri letali tra gruppi per risolvere le controversie.
Douglas Fry e Patrik Söderberg, dell'Åbo Akademi University di Vasa, in Finlandia, hanno analizzato 148 casi di aggressione letale documentati nello Standard cross-cultural sample (SCCS) il più ampio database disponibile di documentazione etnografica sui cacciatori-raccoglitori nomadi. In particolare, i due ricercatori finlandesi si sono concentrati su 21 società di cacciatori-raccoglitori, tra cui Aranda e Tiwi (Australia), Kaska, Copper Inuit e Montagnais (Nord America), Botocudo, !Kung, Hadza e Mbuti (Africa), e Vedda e Andamanese (Asia meridionale)
E' così emerso che la maggior parte degli scontri ha avuto come protagonisti singoli individui e in effetti, secondo i ricercatori, quasi tutti gli eventi letali documentati andrebbero classificati come omicidi commessi da una sola persona. Circa l'85 per cento dei casi analizzati ha coinvolto vittime e aggressori che appartenevano allo stesso gruppo. Inoltre, circa i due terzi di tutte le aggressioni letali sono attribuibili
a faide familiari, competizioni per un partner - in nove casi, si è trattato di mariti che hanno ucciso le mogli - o esecuzioni decretate dal gruppo (per esempio punizioni in seguito a un furto).
Al contrario, le prove di comportamenti di tipo bellico sono limitate, il che smentirebbe l'ipotesi che i primi uomini fossero costantemente impegnati nell'attaccare gli altri gruppi: uccisioni che coinvolgevano due o più aggressori sono state rilevate solo in sei società, e la maggioranza di esse riguardava i Tiwi australiani.
Fino a che punto le odierne società di cacciatori-raccoglitori siano rappresentative dei comportamento dei primi esseri umani è però tutto da stabilire. Tuttavia, secondo Fry e Söderberg esse costituiscono comunque il miglior modello disponibile, che suggerisce come la guerra, intesa come scontro organizzato tra gruppi, non avrebbe radici evolutive ma sarebbe un'acquisizione recente della storia umana.