Le bugie hanno le gambe corte e portano malanni.
L'onestà premia sempre. Anche in fatto di salute mentale e fisica. A scoprirlo gli studiosi dell'Università di Notre Dame (Indiana, Usa) che, in una ricerca presentata nel corso della alla 120° convenzione annuale dell'American Psychological Association, hanno spiegato che a un numero inferiore di bugie dette corrisponde un migliore stato di benessere psicologico e fisico. Indipendentemente, spiegano, che le bugie non dette siano grandi o piccole e di poco conto.
Lo studio, diretto da Anita Kelly, ha visto coinvolte 110 persone (34% adulti e 66% studenti universitari) di età compresa tra i 18 e i 71 anni (età media 31), divisi in due gruppi: il primo era stato istruito a evitare di dire bugie - secondo alcune ricerche gli statunitensi ne dicono 11 a settimana, quasi due al giorno - mentre al secondo, utilizzato come gruppo di controllo, non era stata fatta alcuna raccomandazione. L'esperimento è durato 10 settimane, durante le quali i membri di entrambi i gruppi dovevano riportare agli studiosi il numero di frottole - grandi e piccole - eventualmente dette e relazionare sul loro stato di benessere mentale e fisico.
Dai risultati raccolti è emerso che, al diminuire delle bugie dette, si riduceva il numero di malesseri psicologici - come tensione e malinconia - e fisici - come mal di testa e mal di gola - e che, invece, all'uso delle «pinocchiate» corrispondeva sempre un'accentuazione di disagi di diverso tipo. Non solo: i partecipanti che si erano allenati a non mentire più hanno anche riferito che, grazie al minor numero di bugie, i loro rapporti personali erano migliorati e che in generale le interazioni sociali sembravano, complessivamente, più agevoli.